UOMINI DEL DELTA
2017
- produzione a cura di BETTY WRONG con Rai Cinema
- regia di Elisabetta Sgarbi
- soggetto e sceneggiatura di Elisabetta Sgarbi ed Eugenio Lio
- testi: Fabio Genovesi, Gao Xingjian, Boris Pahor e Vittorio Sgarbi
- fotografia di Andrés Arce Maldonado ed Elio Bisignani
- montaggio di Andrés Arce Maldonado ed Elisabetta Sgarbi
- musica di Franco Battiato
- missaggio di Pino Pischetola
- scenografia di Luca Volpatti
- operatore: Sebastiano Facco
- con (in ordine alfabetico) Maurizio Barotto, Claudio Candiani, Doriano Cazzola, Carlo Donà, Guido Gallipolo, Gabriele Levada, Sandro Mantoan, Filippo Margutti, Giorgio Moretti, Andrea Passarella, Antonio Passarella, Giannino Vassalli, Enrico Vicentini, Giuseppe e Donatella Marangoni
PER SOLI UOMINI
IL PESCE SILURO È INNOCENTE
IL PESCE ROSSO DOV'È?
UOMINI DEL DELTA
Un viaggio sul Po di Elisabetta Sgarbi
a ottobre in libreria e su IBS, Amazon
Il cofanetto UOMINI DEL DELTA raccoglie i tre film di Elisabetta Sgarbi dedicati al Delta del Po: Per soli uomini (2014, 83'), Il pesce siluro è innocente (2014, 60'), Il pesce rosso dov'è? (2015, 60') presentati alla Mostra Internazionale delCinema di Venezia, al Festival Internazionale del Film di Roma, al festival del Cinema italiano a Annecy in Francia, al Festival del Cinema Der Neue Heimatfilm a Freistadt in Austria. Il cofanetto contiene anche il libro, a cura di Elisabetta Sgarbi e Eugenio Lio, che raccoglie le testimonianze degli scrittori, delle donne e degli uomini del fiume.
Il libro UOMINI DEL DELTA, all'interno del cofanetto, è a cura di Elisabetta Sgarbi e Eugenio Lio. I testi del libro, con le introduzioni di Dario Franceschini, Stefano Bonaccini, Elisabetta Sgarbi sono di Gian Antonio Cibotto, Paolo Di Stefano, Fausta Garavini, Fabio Genovesi, Boris Pahor, Giuseppe Sgarbi, Vittorio Sgarbi, Gao Xingjian.
Un mondo di uomini d'acqua che vivono nel Delta del Po, tra fiume e mare. Eredi di una tradizione antica, faticosa, spesso povera, ma gloriosa. Hanno l'orgoglio dell'appartenenza a un mondo instabile, periglioso, soggetto ai fortunali del meteo e della sorte, ma che non cambierebbero con nessun altro luogo al mondo.
Il fiume è l'anima. Il fiume è la vita. Il fiume è il viaggio.
Il fiume è la natura. Il fiume è il deserto e l'oasi insieme.
Il fiume è il labirinto. Il fiume è il ventre materno.
Il fiume è una lunga strada che porta al luogo della vita.
Il fiume è la vita. (Vittorio Sgarbi)
La trilogia, con le musiche di Battiato, racconta la vita dei pescatori delle valli: figure che si stagliano sullo schermo come giganti, alfieri di una vita solitaria, quasi mitologica. I protagonisti, Gabriele Levada, Claudio Candiani e Giorgio Moretti detto “Bertinotti” interpretano se stessi e sembrano attori consumati, nella semplicità dei loro dialoghi, nei gesti, nei resoconti sulla salute del sistema mondo.
I luoghi del film sono di straordinaria bellezza: il Po di Maistra, nell'estremo Delta del Po, in località Ca'Pisani. La valle è un mondo a sé, un ecosistema tenuto in vita dal movimento interno dell'acqua e dalla vigilanza ossessiva di questi valligiani, dal loro moto continuo, vaghi ma attenti camminatori del Fiume. Migliaia di pesci lottano quotidianamente tra la vita e la morte: l'acqua troppo fredda o troppo calda, l'anossia, gli attacchi dei cormorani e dei gabbiani. E quotidianamente, ora per ora, questi abitatori della Valle si addentrano nei relitti casoni superstiti, percorrono i bordi delle vasche e dei canali, controllano la temperatura e i livelli di ossigeno, si sporgono per capire se i pesci hanno mangiato oppure no, se alcuni di loro sono in sofferenza o se si rilassano. Sono uomini, i valligiani, ma sono anche mamme, padri, fratelli maggiori dei pesci che accudiscono giorno e notte una miriade di innominati e innominabili esseri viventi. Il cinema di Elisabetta Sgarbi si sta sempre di più identificando con queste cose perdute, con i luoghi del silenzio e della memoria, dove a scandire il passare delle ore è il colore delle acque, il brusio degli stormi, e dove il tempo stesso sembra fermarsi.