LA LINGUA DEI FURFANTI - ROMANINO IN VALLE CAMONICA
2016
- regia di Elisabetta Sgarbi
- produzione a cura di Betty Wrong
- soggetto di Giovanni Reale, Eugenio Lio
- testi: Luca Doninelli
- interpretati da: Toni Servillo
- musica a cura di Franco Battiato
- direzione della fotografia: Andrés Arce Maldonado, Elio Bisignani
- montaggio di Andrés Arce Maldonado, Elisabetta Sgarbi
- scenografia di Luca Volpatti
La lingua dei furfanti - Romanino in Valle Camonica
Di Elisabetta Sgarbi
Cofanetto disponibile su
IBSAmazon
Giovanni Testori scriveva come "a Pisogne, a Breno, a Bienno Romanino tiri a far 'cagnara', non v'ha dubbio alcuno. Egli sembra costringere i suoi personaggi a venire sulla scena a furia di calci nel sedere; e non è meraviglia che, una volta lì, essi, tra impetuosa incapacità a organizzarsi, in lingua e vergogna, finiscano col gonfiar tutto; a cominciare dalle loro stesse membra per finire alle parole che ruttan fuori quasi nubi di fumetti odoranti d’osteria, e alle piume dei cappellacci, che si rizzano, unte e bisunte, come quelli di tacchini incazzati." Elisabetta Sgarbi torna da Girolamo Romanino, torna in Valle Camonica, dopo il suo lavoro sulla Via Crucis di Cerveno di Beniamino Simoni, avendo in mente le dense parole di Testori, e presenti le puntuali ricostruzioni teologiche di Giovanni Reale (che dimostrano la profonda conoscenza della materia di fede che aveva Romanino). In La lingua dei furfanti compone in un unico film il ciclo di affreschi che Romanino realizzò, tra il 1532 e il 1541, a Pisogne, a Breno, a Bienno in provincia di Brescia; e prende sul serio quello scambio di vita e forma che sprigiona l’energia degli affreschi di Romanino nelle tre chiese: torna tra le case e tra la gente di quei borghi che anche Romanino doveva aver osservato a lungo e, infine, ritratto; li rimette all’opera e li tratta come pittura, per dare nuova vita alla pittura, già impetuosa, di Romanino; e continuando in quello scambio che attraversa l’avventura di Romanino in questa valle bresciana, riparata dal fulgore di Venezia e Roma, ma che non fa rimpiangere per un solo istante né l’una né l’altra.
“Un film ininterrotto, questo, che mi segue da anni. Anzi da cui sono inseguita da anni, da prima di conoscere la Valle Camonica, da prima di conoscere Romanino: da quando mio zio Bruno, mia madre Rina, e poi mio fratello Vittorio, si arrampicavano sin lassù, precedendomi. Così che questo film, così personale nei modi, mi sembra una strana biografia familiare, un mio nascosto romanzo di formazione, che ho condiviso con un altro amico e compagno di avventure, Giovanni Reale.” — Elisabetta Sgarbi
Toni Servillo
Nel 1977 fonda il Teatro Studio di Caserta e nel 1987 è tra i fondatori di Teatri uniti con cui crea da attore e regista alcuni spettacoli di successo internazionale, su testi di Moscato, Viviani, Molière, de Filippo, Goldoni, Marcoaldi. Nel 1999 debutta nel teatro musicale mettendo in scena in Europa ope- re di Martin y Soler, Mozart, Cimarosa, Mussorgskij, Richard Strauss, Beethoven, Rossini, Battistelli. Ha interpretato lm di Mario Martone, antonio Capuano, Paolo Sorrentino, Elisabetta Sgarbi, Fabrizio Bentivoglio, andrea Molaioli, Matteo Garrone, Stefano Incerti, Nicole Garcia, Claudio Cupellini, daniele Ciprì, Marco Bellocchio, Roberto andò, ottenendo numerosi riconoscimenti fra i quali quattro volte il david di donatello e il Nastro d’argento e due volte il premio come Best European actor.
Luca Doninelli
Nasce a Leno (BS) nel 1956. Nel 1978 conosce Giovanni Testori, che gli fa scrivere il primo libro, Intorno a una lettera di Santa Caterina (1981). Tra le sue opere narrative ricordiamo I due fratelli (1990), La revoca (1992), Le decorose memorie (1995), Talk show (1996), La nuova era (1999), Tornavamo dal mare (2004), La polvere di Allah (2006), Fa’ che questa strada non finisca mai (2014), Le cose semplici (2015). Insegna Etnogra a narrativa all’università Cattolica di Milano; dall’amore per questa disciplina sono nate diverse opere: il volume Cattedrali (2011) e il progetto collettivo Le nuove meraviglie di Milano – previsto in sei volumi, di cui sono usciti i primi tre: Milano è una cozza (2010), Michetta addio (2011) e Vacanze Milane (2012) – e Salviamo Firenze (2012). Ha vinto, tra gli altri, un Premio Selezione Campiello, un Grinzane Cavour, un Supergrinzane, un Premio Napoli e un Premio Scanno. È stato nalista allo Strega nel 2000. È sposato e ha due figli.
Presentato al 34° Torino Film Festival