NINO MIGLIORI. VIAGGIO INTORNO ALLA MIA STANZA
2022 / 41' 20''
- produzione a cura di Elisabetta Sgarbi
- regia di Elisabetta Sgarbi
- fotografia di Nino Migliori
- musica di Mirco Mariani
- soggetto di Elisabetta Sgarbi, Eugenio Lio
- direzione della fotografia: Andrés Arce Maldonado
- montaggio di Andrés Arce Maldonado, Elisabetta Sgarbi
- scenografia di Simone Puzzolo, Lorenzo Soriani
- con Nino Migliori, Marina Truant, Gilda Mariani
Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza è la storia di un film mio e non mio.
È un film su Nino Migliori che, sin da subito, sfugge di mano, e diventa un film di Nino Migliori.
È la storia di un mio progressivo arretramento, in parte consapevole, in parte inconsapevole. Perché,
affascinata e trascinata dalla furia sperimentatrice di questo fotografo nato nel 1926, mi sono
lasciata irretire nelle sue creazioni e nel suo entusiasmo. Così, nella sua “stanza” – il mitico atelier
di via Elio Bernardi 6 a Bologna, con la complicità della sacerdotessa di tale sacrario creativo, Marina
Truant – ho cercato di riprenderlo stando alla pari delle sue sperimentazioni. Ma lui era sempre un passo
avanti, e imbracciando la sua macchina fotografica, fotografava la messa in scena, obbligandomi a riprenderlo.
Abbiamo dato così vita a un girotondo (virtuoso e vizioso e anche ossessivo). Io ho cercato di fare ordine,
dando “un tempo” alle sue creazioni fotografiche, dai nomi talvolta altamente scientifici (Polarigramma,
Lucigramma, Stenopeogramma), talvolta più descrittivi (Gente dell’Emilia, Muri), talvolta più provocatori
(Fate l’amore non fate la guerra, Sesso Kitch). Avevo l’ambizione di fare raccontare a Nino la sua storia,
ricongiungendo la sua prima fotografia, un San Domenico a Bologna del 1948, e la sua più recente, che accadeva
lì, durante le riprese, a Gilda Mariani.
Avevo l’ambizione di chiuderlo in un cerchio, alfa e omega di una sequenza
infinita di scatti e idee, di storie e sguardi. Ma Nino Migliori è attraversato da una perenne forza
centrifuga che, alla storia raccontata e chiusa in se stessa, preferisce la bellezza del presente,
amando lo sguardo rapinoso che vede la vita, e se ne appropria con uno scatto predatore. In questa polarità
tra il mio e il suo sguardo il film vive (come dentro una stanza dai confini infiniti, come la mente di Migliori).
E in questa tensione il fim mi è stato sottratto, con dolcezza ma senza tregua, diventando un ¬film su Migliori,
di Migliori. Con la mia complicità, certo. Perché a me questa sottrazione è parsa il miglior modo per fare un ¬film
su Migliori, che ne rispettasse il pensiero. C’è in questo gioco di specchi, una mia impronta, anzi due: la storia
di un amore che attraversa il ¬film, o meglio la storia di un inseguimento amoroso, quello tra Nino Migliori e Marina
Truant, che inizia e vive sempre nello spazio magico di quella stanza. E la colonna sonora, di Mirco Mariani, che
è un ulteriore specchio delle vibrazioni nervose di Nino, mie e del ¬film.
(Elisabetta Sgarbi)