IL PIANTO DELLA STATUA. NELLE SCULTURE SACRE IN TERRACOTTA DI NICOLÒ DELL'ARCA, GUIDO MAZZONI, ANTONIO BEGARELLI.
2007 / 45’
- regia di Elisabetta Sgarbi
- aiuto regia: Eugenio Lio
- fotografia di Daniele Baldacci
- con la collaborazione di Elio Bisignani
- montaggio di Luciano Marenzoni
- racconti di Tahar Ben Jelloun, Michael Cimino, Diego Marani, George Romero, Vittorio Sgarbi, Pino Roveredo, Lucrezia Lerro, Antonio Scurati
- voci di Anna Bonaiuto, Toni Servillo
- musica di Franco Battiato, Roberto Cacciapaglia, Anthony & the Johnsons
- post-produzione a cura di HD Screamovie
- produzione a cura di Betty Wrong
Il pianto della statua. Nelle sculture sacre in terracotta di Nicolò dell'Arca, Guido Mazzoni, Antonio Begarelli.
Di Elisabetta Sgarbi / Giovanni Reale
Film in dvd + libro disponibili su IBSQuesto film, commissionato dalla regione Emilia Romagna, e il cui titolo trae ispirazione da un'opera di Corrado Govoni del 1930 nasce dal desiderio di dare voce a quel mirabile "teatro sacro" in cui potremmo riassumere il senso profondo dei "compianti", capolavori scultorei dell'arte umanistica e rinascimentale in cui pare essersi incarnata tutta l'esperienza del dolore umano illuminato dalla scintilla ultraterrena della fede. E' un teatro che si trasforma in cinema, sfruttando le immense potenzialità d'immagine di queste composizioni "materiche" quasi senza tempo, quali sono effettivamente quelle di Niccolò dell'Arca, di Guido Mazzoni e di Antonio Begarelli. E che si trasforma anche in letteratura, come stanno a dimostrare, con estrema evidenza rappresentativa, i testi che accompagnano il film di cineasti internazionali, come Michael Cimino e George Romero, e di scrittori di diversa provenienza, come Antonio Scurati, Diego Marani, Pino Roveredo, Lucrezia Lerro e Vittorio Sgarbi. Le voci intense di Anna Bonaiuto e Toni Servillo danno poi corpo vivo e reale al canto d'amore e di dolore in cui si risolvono questi testi, fino a sciogliere le statue in un un pianto liquido, restituendo quasi allo spettatore l'originaria esperienza che ispirò/inquietò gli artisti dei Compianti. Ed è per questo che la visione teatrale che si produce grazie e attraverso quelle opere inimitabili e non minori , diventa, per il tramite della macchina da presa, una visione centuplicata: che riafferma, al di là di ogni limite interpretativo, una simbiosi di arte, cinema e letteratura.
Presentato al 60° Festival del Film di Locarno